lunedì 6 giugno 2011


La potenza dell'amore

Tutti i testi del vangelo ci parlano della straordinaria novità apportata da Gesù con la sua presenza e la sua azione messianica. Nel 'segno' di Cana egli elargisce il vino migliore e inaugura simbolicamente i tempi nuovi voluti da Dio e annunciati dai profeti.

La grande novità portata da Gesù nel mondo, come attestano i vangeli, è la donazione del suo Spirito, di cui ognuno nella comunità ha una manifestazione a servizio del bene comune, come ci ricorda Paolo.

Lo Spirito di Gesù è la fonte viva dell'amore filiale verso Dio e dell'amore fraterno verso gli altri.
E questo amore è l'antitesi dell'egoismo che ci rinchiude in noi stessi e ci porta a considerarci il centro dell'universo.
Questa è la convinzione evangelica confermata dall'esperienza: senza lo Spirito che ci comunica Gesù, noi siamo incapaci di uscire da noi stessi e di aprirci a Dio e agli altri.
Siamo perciò vecchi, nel senso evangelico del termine, e rimaniamo ancorati al peccato e alla morte.
Chi ci fa 'nuovi', cioè capaci di amare disinteressatamente gli altri, è lo Spirito che Dio infonde, mediante Cristo risorto, nel cuore di ogni uomo di buona volontà.
Egli ci fa nuovi nel cuore, centro più profondo del nostro essere, adempiendo così le antiche profezie.

Gesù diceva ai farisei che il vino nuovo va messo in otri nuovi, perché solo questi possono accoglierlo.

Dobbiamo chiederci fino a che punto noi siamo effettivamente otri nuovi, capaci di offrire uno spazio al vino nuovo dello Spirito da lui offerto. Probabilmente più di una volta torniamo a ricadere nel vecchio regime dell'egoismo e albergano nei nostri cuori atteggiamenti e modi di sentire che non appartengono al regno della novità voluta da Dio.
A noi chiedere insistentemente al Padre lo Spirito che ci rinnova.

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